Odi et Amo…

“Odi et amo. Qua re id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sento et excrucior.” Grande Catullo. Che ne dice , dottoressa? Incomincia così la lettera della sempre tormentata, intelligente paziente , che non riesce a separarsi dalla sua analista. E il seguito ve lo trascrivo fedelmente. ” Amo Catullo : dire che è moderno è dire una banalità. E’ attuale sempre, lo era in vita (84 AC / 54 AC) E lo è oggi (2024). Questi versi, che manifestano il suo amore tormentato per Clodia, esprimono anche, secondo me, la contraddizione perenne del sentire umano. E non solo in amore. Io ricordo , per esempio, da adolescente l’intensità del mio odio e del mio amore per la montagna. Mio padre portava me, le mie sorelle e mia madre a scarpinare sulle montagne della val d’Aosta, a Courmayeur. Stavamo in giro almeno una settimana dormendo nelle baite dei pastori e siamo andate persino sul Monte Bianco-al Dente del Gigante. Quanto odiavo le alzatacce mattutine, il latte appena munto e quel pane nero a colazione, ma quanto amavo quel cielo che brillava sul ghiacciaio e il silenzio immobile del tempo. E poi in quante altre situazioni ci sorprendiamo ad amare e odiare contemporaneamente? Quale sensazione paradisiaca ti può suscitare un profumato piatto di spaghetti cacio e pepe e contemporaneamente un puro odio per ogni spaghetto che ti fa’ aumentare il giro vita e non solo.E che dire poi dell’amore per la lettura. Io adoro leggere, sono una bulimica della carta stampata e anche degli Ebook, ma odio intensamente gli uni e l’altra perché più leggo più mi scopro ignorante. Ma c’è un rapporto che più di ogni altro mi sembra sia caratterizzato dall’intensità dell’ambivalenza amore/odio ed è quello con il genitore del proprio sesso. Io l’ho vissuto così, viscerale, immutato con il passare degli anni. Forse da adulta qualche volta sono riuscita a moderare il linguaggio e a nascondere l’odio che sentivo in quel momento, che comunque veniva fuori indirettamente, traspariva da un gesto di insofferenza, un tono di voce aspro o una finta sordità. A volte osservando il gatto o il cane come si comportano con gli altri animali o esseri umani in casa e fuori casa, mi sorprendo a invidiare il loro schema di comportamento elementare, esplicito , amico/nemico, privo di dubbi. Quanto sarebbe più semplice la mia vita se riuscissi a essere come loro. Mi sembra di vedere punti interrogativi nelle sue pupille e di sentire il suo commento :” per quanto tempo ancora le sarà così scomodo riconoscere e tollerare la provvisorietà, l’ambiguità , la complessità della natura umana?” E’ vero è scomodo vivere come esseri umani, meglio campare come gli animali, mangiare ,scopare, dormire…….senza tante complicazioni! Ma davvero è quello che voglio? Rinunciare alla natura umana e trasformarmi in una bestiolina? Lei che mi dice , dottoressa?” NO COMMENT.

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Rosalba Scavia- psicoanalista Iscrizione all'albo psicologi e psicoterapeuti del Lazio con il n.548 Titoli di studio: Laurea in psicologia Laurea in sociologia